[ IL GIMNOSOFISTA ] Poiché l'esistenza deriva dalla corruzione, la corruzione dal desiderio, il desiderio dalla sensazione, la sensazione dal contatto, io fuggii ogni azione, ogni contatto; e - non muovendomi più del cippo di una tomba, facendo uscire il respiro dalle narici, lo sguardo fisso al mio naso, e considerando l'etere nel mio spirito, il mondo nel mio corpo, la luna nel mio cuore - pensavo all'essenza della grande Anima da cui scaturiscono in eterno, come scintille di fuoco, i princìpi della vita.
Raggiunsi finalmente l'Anima suprema in tutti gli esseri e tutti gli esseri nell'Anima suprema; e riuscii a farvi entrare la mia anima, nella quale avevo fatto rientrare i miei sensi.
Ricevo la scienza direttamente dal cielo, come l'uccello Ciataka che si disseta soltanto di fili di pioggia.
Poiché conosco tutte le cose, le cose non esistono più.
Ora per me non c'è speranza, né angoscia, né felicità, né virtù, né giorno, né notte, né tu, né io, assolutamente nulla.
Le mie terribili rinuncie mi hanno reso superiore alle Potenze. Una contrazione del mio pensiero può uccidere cento figli di re, detronizzare gli Dei, sconvolgere il mondo.
Egli ha detto questo con voce monotona.
Le foglie intorno a lui si accartocciano. Sorci fuggono sul terreno.
Egli abbassa lentamente gli occhi verso le fiamme che salgono, e continua:
Mi sono disgustato della forma, disgustato della percezione, disgustato anche della conoscenza - perché il pensiero non sopravvive al fatto transitorio che lo produce, e lo spirito non è che illusione, come il resto.
Tutto ciò che è generato deve perire, tutto ciò che è morto deve rivivere; gli esseri ora scomparsi abiteranno nelle matrici non ancora formate, e torneranno sulla terra per servire nel dolore altre creature. [da Flaubert - La tentazione di Sant'Antonio]

 

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