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I MIEI PENSIERI

BALTHUS A PALAZZO GRASSI

VITA E MORTE DEL SOLDATO VANJA

SULLE RIVE DELLA DARDAGNA


 

I MIEI PENSIERI

Vorrei fare almeno un piccolo viaggio,e tenere il diario da lì&la prospettiva cambierebbe di colpo!
(Piano d'Arta,3-5-1999)

Descrizione dettagliata,lenticolare e visiva della realtà,condizionata dalla pittura&una deformazione professionale,quasi la realtà fosse un grande dipinto&ciò comunque mi provoca dei problemi&
(Piano ,3-5-1999)

Un periodo di "separazione da Dio",per poi ritrovarlo con più intensità?
(Tolmezzo,29-3-2000)


Il male non è quella persona,ma è lei che soffre di un male (29-3-2000)

Costruire s'un'immagine semplice storie contorte ( 25-4-2000)

Luogo orrendo?Il luogo dove un uomo prende su di sé la propria vita.
(25-2-2000)

Non posso e non voglio dire tutto (3-5-1999)

Il male è&mettere la pennellata sbagliata ( 6 febbraio 2000)

Nulla ci impedisce di pensare che un ritratto possa muovere gli occhi nel momento in cui noi li distogliamo da lui ( 1-2-2000)

La colpevolizzazione dell'arte,che non sia invidia dell'arte"? (Marzo 2000)

I miei quadri mi sembrano più reali della vita stessa,ogni tanto&(3-5-1999)

Gli scambi culturali non sono scambi libreschi (30 luglio 1999)

La percezione del passato cambia di volta in volta ( 8-8-1999)

Concedimi,Dio,se lo ritieni giusto,la visione del futuro,in maniera che io possa programmarlo ( 12 agosto 19999


La vita ci pone continuamente di fronte a nuove sovrastrutture,come a nuove spoliazioni (es,perdiamo parti della nostra estetica,della nostra persona,lucidità,idee). (27 aprile 2000)

C'è in me l'esigenza di dare,di abbandonare degli oggetti o dei favori nel flusso della vita e della materia ,senza aspettarmene nulla in cambio.Di dare o di fare dei favori per il puro gusto di farlo.
(sett.1999)

Certe volte accettare il reale non equivale a spiegarlo;per non dire sempre.Il reale è un'incognita,sempre;quindi accettarlo vuol dire semplicemente vivere su di sé l'angoscia di un'incognita (ott.1999)

Osservo il quadro:mi dà un senso di notturna serenità,di aspettativa,di sogno e di attesa.Un senso di gratitudine interiore verso chi mi ha dato il dono della pittura .(ott.'99)

L'impressione che una persona suscita in noi è probabilmente proporzionale a quella che noi suscitiamo in lei (19-5-2002)

"Religioso" si può dire ciò che "sospende":un atto,un'immagine,un viso che staccano dalla quotidianità e dal tempo.
Il mio ritrarre Alberto è religioso e rituale.
Religiosità corale o religiosità individuale?Io e Alberto,lui nell'atto di posare,io del dipingerlo,compiamo una liturgia,formiamo una chiesa.La figura che appare sulla tela è una terza persona che contiene me e lui,ma ha un'identità autonoma;direi ,quasi,una vita.
Contiene il mio spirito e il suo,e qui viene meno la differenziazione tra le persone,che è solo apparenza;tutti,in realtà,siamo UNO,e l'atto religioso elimina l'illusione della molteplicità.Fare un ritratto può essere un atto molto sacro;esprime e realizza la fusione con un'altra persona,mentre dipingere a fantasia sciolta esprime e realizza la comunione e fusione con quanto contiene il cosmo.
C'è chiesa dove l'illusione della molteplicità viene meno;dove la divisione tra gli esseri,ed anche tra le energie del cosmo apparentemente distinte,perde la sua evidenza;ripristinazione di uno stato originario antecedente la Caduta,il Peccato Originale,causa,secondo Teilhard de Chardin,dell' "Adamo molteplice".Dipingere unifica,riporta a questo stato primordiale di unità e di purezza.
L'artista è quindi un sacerdote a tutti gli effetti.E'una mediazione tra il visibile e l'invisibile.
(31-5-2002)


La PERCEZIONE della molteplicità come causa del male?
(31-5-2002)

Mi sento,se così possiamo dire,pieno di "Santa energia" ( 2 -12-2002)

 

BALTHUS A PALAZZO GRASSI

 

E'raro incontrare un pittore così distinto dalla sua pittura come Balthus.
I suoi quadri -enormi- non ci parlano mai di lui, bensì di loro stessi : sono impersonali ed astratti, a parte l'inconfondibile stile in cui sono dipinti.
Balthus concepisce la pittura molto sul serio: essa non è per lui gioco, né motivo di mondanità, né catarsi per eventuali nevrosi; non è, forse, nemmeno motivo di vanto. Non è " seriale "(spiacevole termine inaugurato, in senso artistico,dalla "Pop Art"). Ogni suo quadro è unico e totalmente irripetibile.
Incontriamo, aggirandoci per queste sale, opere sorprendentemente grandi, dai colori sovente freddi o pastello, ben amalgamati, pulsanti. I contorni delle figure sono nitidi e spigolosi, ma non taglienti.
Il tutto emana calma e rigore, ma senza incutere inquietudine o soggezione. Pace ed immobilità pervadono le sale di Palazzo Grassi, dominate dai quadri; e questo proprio qualche giorno dopo il terribile attentato alle Torri Gemelle di New York, e il giorno stesso di una sorta di dichiarazione di guerra.
Se la religiosità si identifica col rigore, Balthus è un pittore religioso. Se l'ascetismo è controllo del segno e del proprio mestiere, Balthus è asceta.Nulla, assolutamente, è presente ,nei suoi immensi quadri, della tanto decantata "morbosità".
I nudi - pochi rispetto a quanto si potesse pensare - non sono numericamente superiori rispetto ai "vestiti". Ci appaiono asettici e geometrizzati, le loro forme danno un'idea di purezza: non invogliano certo a gettarvisi sopra .Più che fatte di carne,sembrano scolpite o sbozzate nel granito.
L'uso del chiaroscuro è masaccesco, così l'imponenza e la solida strutturazione delle figure.Una luce costante penetra, negli interni, da ampie finestre, illuminanti per metà i personaggi; ed ecco che la calma borghese diventa luminosa purezza pierfrancescana.
I borghesi di Balthus non sono mai "sporchi"; sono, anzi, puliti. Sono asettici,ma non aridi.Vivi, ma non animaleschi. Il loro fascino è nella misura; è la cerebralità, ancor più che il mistero, anche se ogni sorta di intenzione può celarsi dietro quei volti; anche pensieri omicidi o suicidi.
Sarebbero comunque omicidi silenziosi&eleganti e rituali :attuati con l'arsenico e non con la pistola, e solo per eccezionali eventualità.
Omicidi "discreti",come elegante e almeno apparentemente discreta fu l'aristocratica vita del loro autore,Balthasar de Klossowsky conte de Rola,detto semplicemente "Balthus".

Francesco Rinoldi

29 ottobre 2001