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domenica, 22 agosto 2010

[2ponder, da falsoidillio]  [..] A questo punto, secondo la prognosi piuttosto cimiteriale di Mazzoni, l?elemento ?musale? della poesia, la sua ?esigenza antropologica?, ridotta l?arte maggiore a lingua morta, non ha alcun motivo pratico di non venir trasferito, come di fatto accade, in un altro mezzo, e cioè nella canzone e nel suo mercato planetario, destinati a soppiantare la lirica proprio come il romanzo, prodotto ingenuo, rozzo e popolare all?origine, grazie all?enorme mandato sociale ricevuto, ha progressivamente inglobato e soppresso tutte le forme narrative precedenti sviluppando capacità riflessive che l?hanno trasformato in arte rappresentativa totale. L?enorme mandato sociale di cui godono oggi coloro che scrivono e poi cantano testi poetici, sostiene in pratica Mazzoni, è del tutto in grado di sopperire alla probabilmente temporanea arretratezza degli strumenti formali utilizzati: il fatto che in gran parte di quei testi sopravvivano ?io poetici? di tipo ottocentesco o al più decadente, che nessun poeta ?laureato? contemporaneo si sognerebbe di utilizzare senza vergogna, o forme di ingenuo realismo sentimentale o di altrettanto improbabile avanguardismo fuori tempo, il loro anacronismo tecnico, sono poca cosa di fronte alla realtà di pubblici planetari di individui che investono la propria antropologica esigenza di canto interno, di struttura melodica e ritmica, di stupore panico, di riepilogo trasfigurato del mondo e di sé (tutte cose un tempo patrimonio della poesia) ascoltando in ek-stasi (altra categoria poetica) i prodotti culturali del mercato discografico. [..]

[..] Ma al di là dei limiti logici, occorrerebbe una critica più specifica, letteraria e storica, della pretesa espressivista, che mostrasse come una distanza decisiva tra l?io del testo e dell?autore sia ineliminabile di principio, non tanto sul piano logico astratto, ma proprio su quello letterario e di conseguenza storico. In questo modo sarebbe possibile rintracciare un?interpretazione alternativa capace di superare il blocco narcisistico e la falsa opposizione tra mimesi ed espressione di sé: anche laddove nel testo parla un io biografico, si dovrebbe parlare non di espressione, ma di piegatura ?in atto? su se stesso operata dal corpo dell?autore - a sua volta intessuto di mondo - sul corpo del linguaggio come sua protesi. Il testo può funzionare non quando sia espressione immediata di un io, nel qual caso rimarrebbe per il lettore un resoconto muto di un tu impenetrabile e irrilevante, ma perché l?io è ripiegato e distanziato nel quadrato della scrittura, la quale crea una fessura che separa il risultato dall?elemento di biografia empirica. Solo grazie a questa operazione il lettore può vedere nel testo un io e non un tu, quindi riconoscersi e lasciar agire una sospensione di incredulità [..]

 
































 



 

la colpa

no fratello,
non può esser colpa nostra
una mancata previsione

chi poteva pensare?

fui io che ti dissi "e dagliene un paio!"
al vecchio idiota
che ti assillava ogni volta
per delle sigarette

fui io a rompere
la tua saggia indecisione

non c'era un divieto
si poteva forse immaginare
ma anche no,
a molti è consentito di
uscir fuori nel cortile
a fumare

ma l'arrivo dell'infermiera che
strillando gliele strappa
di mano

e riceve una sberla

forte

dal residuo di un uomo

e piange

chi poteva mai pensarlo?

ora a te rode lo stomaco
e a me no





ricordo di un ricordo

 

volta azzurra accecante di luglio

ansante sudore

 

come al funerale dei due giovani
le famiglie rattrappite
da un dolore buio da cui non c'è ritorno


pensavi a quello strano specchio
del tuo paese sottoterra
e le sue celle di paziente putrefazione
con dentro gente che pure conoscevi

 

gradi di avanzamento

maelström di generazioni

ricordo di un ricordo che si leviga

si fa schema

e poi scompare

(lascia posto)






 

a sol leone tramontato - un rapporto

 

la sera non allenta l'abbraccio untuoso della calura mentre i piccoli obiettivi raggiunti non distendono l'anima quanto il paziente confinamento delle permutanti cianfrusaglie 

riduzione della numerosità delle cose

(ma le poche grandi stelle sono a posto
e questo può essere ancora un anno buono)

rimuovo il pensiero della spazzatura quotidianamente prodotta
rimuovo il pensiero del petrolio sparso nel golfo
rimuovo il pensiero delle frodi dei cleptocrati
rimuovo il pensiero degli allevamenti e dei macelli
rimuovo il pensiero della vulnerabilità dei corpi
rimuovo il pensiero di quanti anni buoni io possa attendermi
rimuovo il pensiero di questo mio rimuovere

dormirò con le poche grandi stelle dentro l'anima

sapendo che c'è un tempo

insondabile




torsione


gira 

girati

che così fanno tutti

abbozza il profilo
della ridondanza
e passaci di fianco

lieve

non importa
non importa, è bello così

così..

diavolo







sento


in quel pensiero di te

che mi accompagna nel profumo
(e in voci lontane)
di questa sera d'estate

rinvengo l'archetipo 
che potrebbe uccidermi
di quell'oscura gioia 

se io fossi più sensibile

ma un rinforzo coriaceo
mi rincalza

laggiù

come una grazia mai invocata




 

midway


la trama dei messaggi

la trama dei doveri

impongono faglie

(sottili)

all'acqua che s'intrufola

ricercando il grembo profondo
(buio)

del senso
(negato)

ma ti raggiunge una carezza
e da quel momento
i sogni la trattengono 
sopra il geroglifico
tuo volto

non guarderò indietro

non chiarirò

non correggerò più

nulla






Re-volt

scialaquavo il tempo estivo, allora
lo ritenevo comunque inafferrabile
come quei monti velati d'azzurro
in lontananza
che ancora non percorrevo
ma in qualche modo sapevo legati
alla malia d'amore

scialaquavo, ancora ignaro di
quelle passioni sempre in seme
che lo pretenderanno, un po' più avanti
tutto quanto

e mi turbarono quei tenui schiamazzi
infantili, di un sonnolento pomeriggio
di giochi
in un sobborgo americano
deserto e sintetico, dentro al
quale sfrecciavo con quelle
scintillanti e dispettose
macchinette

mondo virtuale eppure reale
un'improvvisa malinconia
di risonanze estive

che mondo è questo?

però mi sbaglio, la memoria smazza i piani
c'era una giovane moglie al mio fianco
allora
madre del mio bambino d'oro
così bello

con loro dividevo il joystick

solo per questo potevo scialaquarlo
quel tempo estivo

dimenticando i monti velati d'azzurro




 

agenzie



lascio la lucernaia socchiusa
che giri più aria
altrimenti in soffitta si crepa
in questi giorni

e così, salendo piano la scaletta
(solo per dare un'occhiata al tempo)
ti ho visto, batuffolino

zampette alte e così sottili
beccuccio fine, occhietti scuri
spauriti
saltelli ansioso intorno a me
senza vedermi

oh bestiolina mia, che misera dotazione
per venire in questo duro mondo!

le solerti agenzie del concetto
continuano a mandarmi i loro dispacci:
è un insettivoro, quindi - a suo modo - un cacciatore!
e fra i suoi antenati ci son tali bestiacce
simili al deinonychus!

ma son notizie che fan ridere, povero pulcino!

per fortuna non girano gatti, fra questi coppi
però non scendere giù in cortile
dove c'è una tigre in miniatura
- ma in ogni parte simile a quelle vere -
che ti aspetta e ti chiama, per giocare

l'antico gioco
di questo pianeta




 

ritorno



Sembra ci sia davvero una sola estate

che ritorna

perché questo pomeriggio è comunque identico
a quello in cui mi meravigliavo
(studiando in camera
avvolto nel fumo grato di una sigaretta
Chesterfield o Camel, ne son sicuro)
dell'ingegnosità della codifica di Huffmann

mettendo da parte ore sufficienti per l'esame

prima di avviarmi a fare il bagno nel torrente

e mi annotavo:
oh mistress mine, where are you roaming?

ora non fumo praticamente più
non sostengo più esami
nel torrente un pezzo di briglia ha ceduto
(e così il "pozzo lungo" non esiste più)
e tante altre cose ancora
naturalmente

e però, soppesando tutto quanto
rimane ancora tanto più di identico
che di cambiato

l'io profondo soprattutto
e il suo oh mistress mine


 



 

marilenghe



il francese delle figlie degli emigrati

che ritornavano al paese nelle ferie

ci inoculava la malinconia

un deux trois ...

proprio a noi, di quell'angolo di vecchia romanza

incuneato fra il continente tedesco e slavo

un doi tree ...

sentivo qualcosa che mi turbava

nella mia cultura

qualcosa di umido e vinoso

buia bizzarria poco divertente

come quella dei preti in sottana

le fiabe degli altri due son più grottesche

più vistose e acuminate

ma le nostre,  più arrotondate e umili

sembrano buttare radici più profonde

più vecchie e salmistrate e arrugginite

forse marce






 

nono giorno


E che ha da ribattere Belbo 2.0 ? Esso dice:

Di pomeriggio mi riempie di gioia
un bizzarro cobra che canta per me soltanto -
il pomeriggio rinvigorisce - quando poi
la mattina s'avvicina
e s'inorgogliscono le canne di bambù,
ecco che il serpente è fuggito.

Ma non me ne fascio la testa
sapendo che il mio desiderio,
certo di là dal blu profondo,
conosce simulacri abbandonati per me.
E deve ritornare...


oh dannazione! mi supera sempre in profondità

la mia lotta è con lui

come Giacobbe con l'Angelo

? --- ?



 

complesso


eccolo di nuovo
vuole il suo corso

come una convulsione
- una macchinazione -
tutta interna
tutta del sentimento
prima d?ogni parola

innescato
da un accumulo
che
improvvisamente
diventa sufficiente

sprezzantemente autonomo
ignora tutte le oneste ragnatele
della tua razionalità allarmata
dovresti considerare che..
essere grato che..
non appari certo bene se..

ma lui procede ed evoca
le maschere ghignanti della fantasia
in ognuno degli angoli dove, trasognato,
cercavi di cogliere quella forma cangiante
quella forma mancante

e si scatena l?ira
ancora tutta interna, colpisce solo te

mai le allungherai la mano
che potrebbe farla uscire
dal pozzo dove
- sgomento -
te la osservi


trasformandola in pazzia
no! questa sandbox corazzata
è uno dei tuoi vanti:
ben difficilmente diventerai Caino
per dei futili motivi

una macchinazione tutta interna
tutta ignota, da non crederci

evade soltanto
una dolorosa crudeltà, da condividere
fino al segno, al segno fatale
dell?inversione di marea
del rientro
ad arcano scopo conseguito

- ignominioso mestruo dell?anima -

stavolta ad incidere l?ascesso
non la resa della vittima
pur adorata
ma una nobile risposta

e ti sei subito arreso
hai virtualizzato quel pianto combattuto
alla sorridente tua sconfitta

ed alla spiegazione
- tenera e irridente -
che tutti questi sforzi
non riusciranno a depistare

gelosia

 



rebound


si disfa la belva dentro
in rosso trasparente

rifluisce nei suoi antri

irrorando i solchi
che gli artigli avevano inciso

e quei solchi ora fioriscono
la comunione è un?estasi anticipata

rinnovo era quel senso

 


 

bateson


notizie di differenze

viaggiano sull?etere

differenze che

vibrando

producono differenze

certo

perché certi messaggi
dopo quello che è stato
sono un?estasi rinnovata
ancora ancora e ancora

pura informazione sì
ma piena di sapore

Ciò che è essenziale è il presupposto che le idee (in un senso molto lato del termine) abbiano una loro forza e realtà. Esse sono ciò che noi possiamo conoscere, e al di fuori di esse non possiamo conoscere nulla. Le regolarità o ?leggi? che legano insieme le idee: ecco la ?verità?. Esse sono la nostra massima approssimazione alla verità ultima.

ciò che è essenziale

ciò che è essenziale

soltanto lei me l?ha dato

i n f i n i t o
a m o r e

mio


 

un altro oggi



puoi scrivermi poco

ma in quel poco c?è tutto

e mi incanto mi espando mi imbambolo

ancora

riguardando l?ovale e le linee disegnate
dal profondo della vita
che mi pungono
ma di gioia
adesso
che
*

che
avverto
gli ampi processi
che lenti sono confluiti verso ciò

che benedico

 


lunedì


sulla soglia dell?esagerazione
arretro per un attimo

lasciar riprender fiato

l?inverno si poggerà diversamente
da quello scorso,
alcune cose le ho imparate
io credo

su dove son più forte
e dove mi può invece mordere
la vita

su dove il cosmo
con vertiginoso confine
cede il campo al caos

pensavo alcuni anni or sono
sospeso su una soglia pericolosa dell?età
che avrei dovuto dar più forza al sogno
alla stolida illusione
anche sputando in faccia all?aspro vero

ha funzionato
persino il vero s?è mutato

gelosamente
ne custodisco le prove

 


 

aha!


aha, ti sei fatto uno stile!
mi ripetevi sorridente
generoso
di fronte ai miei lavori

dei vari tuoi ritorni
volando sull?atlantico
soltanto all?ultimo
mi ritrovai abbastanza maturo
da interrogarti finemente
sul tanto che i tuoi occhi
avevano guardato

ci intendemmo
carpii la grazia di un?inesauribile curiosità
che nulla disdegnava nel capire
e porre in ordine

uno dei migliori vecchi che abbia conosciuto
concludevo fra di me
uomo d?altra epoca, quanto nessun altro

delle tue memorie stampate
più sintetiche di quanto mi aspettassi
ne riscattai una copia
- era forse un lustro dopo -
al mercatino delle pulci

ti accompagnai io all?aeroporto
nell?alba ancora buia
me lo ricordo bene
quel viaggio e quel commiato

e ora ti immagino, barbe
di là della cortina
intento a organizzare
con meticolosa abilità
il graduale trasbordo
della tua grande famiglia

caffè lungo della moka
tenue piacere, quasi dubbio

tintinnio del cucchiaino
troppo zucchero, grappa no, grazie
domestica misura


le stampe di Rembrandt

e ho come l?impressione
piacevole
che ti rivedrò
che potresti venir tu
ad accogliermi
sorridente
ed a spiegarmi 
con piglio pratico
come funziona di là
e come fare per trovare
tutti quanti

(naturalmente si tratta di
un?impressione che il pensiero
si rifiuta di puntellare
però in fondo la sola abitabile
per un umano)

 


 

scie


sulla scia dei pianeti perduti..


rosse capsule
oblò dalle sbarre incrociate
crateri e fenditure della luna, il lem
il conoscere
la tua mano nel disegno
e la rosa distesa nel cielo
sulla cresta montuosa
riscoperta dopo anni

via del destino capriccioso..

tramonto in una storia enigmatica
il rosso e il giallo del fumetto
torcia umana
il metallizzato che chiamasti azzurro
strana carezza di foglietti quadrati
sul tavolo di legno
stella, bandiera..

disegno $ sul retro di fatture rosa
seduto sulle piastrelle all?ombra dei vestiti appesi
rafforzata d?una giornata piovosa
ma non fredda
kansas city ay ay ay..
il sacco per la fuga
- l?avventura sempre sognata
picaresca non la sapevi allora -
dentro forchetta e bicchiere duralex
tovagliolo quadrettato
vecchi oggetti
già mitizzati
che non saprai salvare
come la dedica di maniacco
sul colibrì dei dinosauri

e quelle vaghe immagini
di candide nubi notturne
illuminate dalla luna

costellazioni d?un tempo indefinito
tu le popolavi
di astrolabi e di sestanti
ma le intuivi parte
d?un ignoto spazio
ch?era di tua madre
e dei grandi mobili curvilinei
- già antiquati ma non antiquariabili -
e di quella parte più remota di famiglia
che conduceva alla vetrina delle bestie impagliate
là dietro ai tavolini illuminati dal neon
nell?infinita notte estiva
frinire di grilli
e poche auto sulla strada, allora

il viso fragile, malato di L.
(che istintivamente - crudelmente
detestavi)

insomma
di quella decadenza quasi borghese
che l?innesto di sangue contadino
del tuo padre marcantonio
arrestare seppe
con vigore

sufficiente almeno
ad un?altra mandata

il rosso-sangue di quel lacerto di seta
ti innescò uno spasmo d?emicrania
nella camera degli specchi paralleli
e delle spazzole dove ti osservavi
quei riccioli spontanei
che allora sforbiciavi
perché effemminanti

mistero d?un secondo

ma l?avevi eletto tuo colore
quel rosso sangue
nonostante l?impressione
di preferire forse
sottosotto
lo squillo più gaio di quel giallo
fruit flavors
che però s?era già preso
tuo fratello


 


metodo


mi è sempre più chiaro
- almeno come metodo -

mi permette di annotare
con grande economia
fin già dentro alla memoria

e di frugarla

tralasciando le punte varie
delle freccie
e gran parte delle aste
pure

viene dunque steso, in parole povere
un reticolo tautologico incompleto

che non ambisce a diventar concetto
di macchinosi agganci
ma
paradossalmente
di più

restare vivo

e com?è possibile di più dal meno?
mhm, dalla parte dell?autore i vuoti li colma
con voluttuosa capillarità, la memoria
dalla parte del lettore
affamata, l?immaginazione

projecting..

penso che c?è un gioco assai fine
dietro a questo malinteso

di due esseri che palpano
- qualche cosa -
attra-verso un?astrazione
e la rimpolpano
di cose loro

o dello stesso essere
che giocando con il tempo
si sdoppia in autoerotismi
un po?
meno scontati


 


 

venerdì


non puoi pretendere
di maneggiare sempre
tasselli combacianti
con graziosa precisione

un po? di forzatura
sull?attrito e sullo slabbro
è sempre stata norma
non eccezione

ma tanto
a reggere il mosaico
c?è una colla sottostante
ad essicazione
talmente lenta
da non sembrare tale

certo, è il tempo, che altro?
con quel suo principio attivo
che porta un nome così bello

oblio

 


dolce

dolce voce
che esprimi tutto quanto
- è tutto ancora intero -
la nostra gioia che ribolle
quietamente
come l?acqua della pasta
ed erompe
in piccole risate
e sono anch?io
sul quel sentiero

al piccolo vortice
occorso ieri sera
non ho fornito aria
e si è dissolto
nel sonno così buono
di questa estate

il vigore proviene dalla luce
strano
che non te ne sia accorto
prima

al nostro cerchio
sacro e segreto

ancora più profondo

adesso
 



enola gay


suonava enola gay
da quelle giostre antiquate
venute umili a servire
la sagra estiva
d?una frazione solitaria

l?intrico di catene
si rifletteva dentro te
mentre sgomento guatavi
- inadeguato -
le forme in sboccio di marina

lei faceva già, e tutte quante
le cose degli adulti

mentre tu solo fumavi
cercando di mimetizzare
con finta spavalderia
quel tuo minimo locale

dal quale emergerai
con sadica lentezza

maledizione soft
talvolta pensavi

ma, come taglio profondo
nel ventre della castagna
forse ti ha preservato
dallo scoppiare
sul fuoco della vita

rendendoti commestibile
facendoti studiare


 



ultimo giorno


ultimo giorno, e poi si ricomincia

non sarà difficile, gli orari del sonno
orientati verso l'alba, io li ho mantenuti
e poi mica scendo giù in miniera, no

però sono pastoie, questo sì

ma la creatività vive dentro i vincoli!
- recita il mito -
rimbalzando fra di essi, pare evolva
più velocemente, mentre invece,
negli spazi aperti, si annulla estatica
senza nulla produrre

sarà anche
ed è vero, in fondo, che voglio produrre
e non soltanto di queste arbitrarietà
ma artefatti sanzionati
da una domanda nella società

homo faber, verum est factum!

l?importante è che al risveglio
in quella nuda fase
di riemersione dall?oblio
invece del cantico del gallo silvestre
Scir detarnegòl bara letzafra
io possa richiamare
- come al toro scatenato si mandano i vitelli,
per calmarlo -
certi pensieri sulla dolcezza della vita
- così forti adesso -
e farmene scudo almeno fino a quando il getto d?acqua
sulla faccia insaponata
non mi riporti alla tempra della veglia
e io risenta il corpo e i muscoli e il carattere
saldarsi in quell?espressione seria
che è più adatta ai basamenti
eternamente da rincalzare
della piramide di Maslow

 

The economic news has turned decidedly negative globally

and a sense of ? quiet before the storm ? permeates

the financial headlines.

 

postato da: elio_c alle ore 03:27 | link | commenti (18)
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