[2ponder, da falsoidillio] [..] A questo punto, secondo la prognosi piuttosto cimiteriale di Mazzoni, l?elemento ?musale? della poesia, la sua ?esigenza antropologica?, ridotta l?arte maggiore a lingua morta, non ha alcun motivo pratico di non venir trasferito, come di fatto accade, in un altro mezzo, e cioè nella canzone e nel suo mercato planetario, destinati a soppiantare la lirica proprio come il romanzo, prodotto ingenuo, rozzo e popolare all?origine, grazie all?enorme mandato sociale ricevuto, ha progressivamente inglobato e soppresso tutte le forme narrative precedenti sviluppando capacità riflessive che l?hanno trasformato in arte rappresentativa totale. L?enorme mandato sociale di cui godono oggi coloro che scrivono e poi cantano testi poetici, sostiene in pratica Mazzoni, è del tutto in grado di sopperire alla probabilmente temporanea arretratezza degli strumenti formali utilizzati: il fatto che in gran parte di quei testi sopravvivano ?io poetici? di tipo ottocentesco o al più decadente, che nessun poeta ?laureato? contemporaneo si sognerebbe di utilizzare senza vergogna, o forme di ingenuo realismo sentimentale o di altrettanto improbabile avanguardismo fuori tempo, il loro anacronismo tecnico, sono poca cosa di fronte alla realtà di pubblici planetari di individui che investono la propria antropologica esigenza di canto interno, di struttura melodica e ritmica, di stupore panico, di riepilogo trasfigurato del mondo e di sé (tutte cose un tempo patrimonio della poesia) ascoltando in ek-stasi (altra categoria poetica) i prodotti culturali del mercato discografico. [..]
[..] Ma al di là dei limiti logici, occorrerebbe una critica più specifica, letteraria e storica, della pretesa espressivista, che mostrasse come una distanza decisiva tra l?io del testo e dell?autore sia ineliminabile di principio, non tanto sul piano logico astratto, ma proprio su quello letterario e di conseguenza storico. In questo modo sarebbe possibile rintracciare un?interpretazione alternativa capace di superare il blocco narcisistico e la falsa opposizione tra mimesi ed espressione di sé: anche laddove nel testo parla un io biografico, si dovrebbe parlare non di espressione, ma di piegatura ?in atto? su se stesso operata dal corpo dell?autore - a sua volta intessuto di mondo - sul corpo del linguaggio come sua protesi. Il testo può funzionare non quando sia espressione immediata di un io, nel qual caso rimarrebbe per il lettore un resoconto muto di un tu impenetrabile e irrilevante, ma perché l?io è ripiegato e distanziato nel quadrato della scrittura, la quale crea una fessura che separa il risultato dall?elemento di biografia empirica. Solo grazie a questa operazione il lettore può vedere nel testo un io e non un tu, quindi riconoscersi e lasciar agire una sospensione di incredulità [..]
volta azzurra accecante di luglio
ansante sudore
come al funerale dei due giovani
le famiglie rattrappite
da un dolore buio da cui non c'è ritorno
pensavi a quello strano specchio
del tuo paese sottoterra
e le sue celle di paziente putrefazione
con dentro gente che pure conoscevi
gradi di avanzamento
maelström di generazioni
ricordo di un ricordo che si leviga
si fa schema
e poi scompare
a sol leone tramontato - un rapporto
la sera non allenta l'abbraccio untuoso della calura mentre i piccoli obiettivi raggiunti non distendono l'anima quanto il paziente confinamento delle permutanti cianfrusaglie
riduzione della numerosità delle cose
(ma le poche grandi stelle sono a posto
e questo può essere ancora un anno buono)
rimuovo il pensiero della spazzatura quotidianamente prodotta
rimuovo il pensiero del petrolio sparso nel golfo
rimuovo il pensiero delle frodi dei cleptocrati
rimuovo il pensiero degli allevamenti e dei macelli
rimuovo il pensiero della vulnerabilità dei corpi
rimuovo il pensiero di quanti anni buoni io possa attendermi
rimuovo il pensiero di questo mio rimuovere
dormirò con le poche grandi stelle dentro l'anima
sapendo che c'è un tempo
insondabile
lascio la lucernaia socchiusa
che giri più aria
altrimenti in soffitta si crepa
in questi giorni
e così, salendo piano la scaletta
(solo per dare un'occhiata al tempo)
ti ho visto, batuffolino
zampette alte e così sottili
beccuccio fine, occhietti scuri
spauriti
saltelli ansioso intorno a me
senza vedermi
oh bestiolina mia, che misera dotazione
per venire in questo duro mondo!
le solerti agenzie del concetto
continuano a mandarmi i loro dispacci:
è un insettivoro, quindi - a suo modo - un cacciatore!
e fra i suoi antenati ci son tali bestiacce
simili al deinonychus!
ma son notizie che fan ridere, povero pulcino!
Sembra ci sia davvero una sola estate
che ritorna
perché questo pomeriggio è comunque identico
a quello in cui mi meravigliavo
(studiando in camera
avvolto nel fumo grato di una sigaretta
Chesterfield o Camel, ne son sicuro)
dell'ingegnosità della codifica di Huffmann
mettendo da parte ore sufficienti per l'esame
prima di avviarmi a fare il bagno nel torrente
e mi annotavo:
oh mistress mine, where are you roaming?
ora non fumo praticamente più
non sostengo più esami
nel torrente un pezzo di briglia ha ceduto
(e così il "pozzo lungo" non esiste più)
e tante altre cose ancora
naturalmente
e però, soppesando tutto quanto
rimane ancora tanto più di identico
che di cambiato
l'io profondo soprattutto
e il suo oh mistress mine
eccolo di nuovo
vuole il suo corso
come una convulsione
- una macchinazione -
tutta interna
tutta del sentimento
prima d?ogni parola
innescato
da un accumulo
che
improvvisamente
diventa sufficiente
sprezzantemente autonomo
ignora tutte le oneste ragnatele
della tua razionalità allarmata
dovresti considerare che..
essere grato che..
non appari certo bene se..
ma lui procede ed evoca
le maschere ghignanti della fantasia
in ognuno degli angoli dove, trasognato,
cercavi di cogliere quella forma cangiante
quella forma mancante
e si scatena l?ira
ancora tutta interna, colpisce solo te
mai le allungherai la mano
che potrebbe farla uscire
dal pozzo dove
- sgomento -
te la osservi
trasformandola in pazzia
no! questa sandbox corazzata
è uno dei tuoi vanti:
ben difficilmente diventerai Caino
per dei futili motivi
una macchinazione tutta interna
tutta ignota, da non crederci
evade soltanto
una dolorosa crudeltà, da condividere
fino al segno, al segno fatale
dell?inversione di marea
del rientro
ad arcano scopo conseguito
- ignominioso mestruo dell?anima -
stavolta ad incidere l?ascesso
non la resa della vittima
pur adorata
ma una nobile risposta
e ti sei subito arreso
hai virtualizzato quel pianto combattuto
alla sorridente tua sconfitta
ed alla spiegazione
- tenera e irridente -
che tutti questi sforzi
non riusciranno a depistare
gelosia
si disfa la belva dentro
in rosso trasparente
rifluisce nei suoi antri
irrorando i solchi
che gli artigli avevano inciso
e quei solchi ora fioriscono
la comunione è un?estasi anticipata
rinnovo era quel senso
notizie di differenze
viaggiano sull?etere
differenze che
vibrando
producono differenze
certo
perché certi messaggi
dopo quello che è stato
sono un?estasi rinnovata
ancora ancora e ancora
pura informazione sì
ma piena di sapore
Ciò che è essenziale è il presupposto che le idee (in un senso molto lato del termine) abbiano una loro forza e realtà. Esse sono ciò che noi possiamo conoscere, e al di fuori di esse non possiamo conoscere nulla. Le regolarità o ?leggi? che legano insieme le idee: ecco la ?verità?. Esse sono la nostra massima approssimazione alla verità ultima.
ciò che è essenziale
ciò che è essenziale
soltanto lei me l?ha dato
i n f i n i t o
a m o r e
mio
puoi scrivermi poco
ma in quel poco c?è tutto
e mi incanto mi espando mi imbambolo
ancora
riguardando l?ovale e le linee disegnate
dal profondo della vita
che mi pungono
ma di gioia
adesso
che
*
che
avverto
gli ampi processi
che lenti sono confluiti verso ciò
che benedico
sulla soglia dell?esagerazione
arretro per un attimo
lasciar riprender fiato
l?inverno si poggerà diversamente
da quello scorso,
alcune cose le ho imparate
io credo
su dove son più forte
e dove mi può invece mordere
la vita
su dove il cosmo
con vertiginoso confine
cede il campo al caos
pensavo alcuni anni or sono
sospeso su una soglia pericolosa dell?età
che avrei dovuto dar più forza al sogno
alla stolida illusione
anche sputando in faccia all?aspro vero
ha funzionato
persino il vero s?è mutato
gelosamente
ne custodisco le prove
aha, ti sei fatto uno stile!
mi ripetevi sorridente
generoso
di fronte ai miei lavori
dei vari tuoi ritorni
volando sull?atlantico
soltanto all?ultimo
mi ritrovai abbastanza maturo
da interrogarti finemente
sul tanto che i tuoi occhi
avevano guardato
ci intendemmo
carpii la grazia di un?inesauribile curiosità
che nulla disdegnava nel capire
e porre in ordine
uno dei migliori vecchi che abbia conosciuto
concludevo fra di me
uomo d?altra epoca, quanto nessun altro
delle tue memorie stampate
più sintetiche di quanto mi aspettassi
ne riscattai una copia
- era forse un lustro dopo -
al mercatino delle pulci
ti accompagnai io all?aeroporto
nell?alba ancora buia
me lo ricordo bene
quel viaggio e quel commiato
e ora ti immagino, barbe
di là della cortina
intento a organizzare
con meticolosa abilità
il graduale trasbordo
della tua grande famiglia
caffè lungo della moka
tenue piacere, quasi dubbio
tintinnio del cucchiaino
troppo zucchero, grappa no, grazie
domestica misura
le stampe di Rembrandt
e ho come l?impressione
piacevole
che ti rivedrò
che potresti venir tu
ad accogliermi
sorridente
ed a spiegarmi
con piglio pratico
come funziona di là
e come fare per trovare
tutti quanti
(naturalmente si tratta di
un?impressione che il pensiero
si rifiuta di puntellare
però in fondo la sola abitabile
per un umano)
sulla scia dei pianeti perduti..
sì
rosse capsule
oblò dalle sbarre incrociate
crateri e fenditure della luna, il lem
il conoscere
la tua mano nel disegno
e la rosa distesa nel cielo
sulla cresta montuosa
riscoperta dopo anni
via del destino capriccioso..
tramonto in una storia enigmatica
il rosso e il giallo del fumetto
torcia umana
il metallizzato che chiamasti azzurro
strana carezza di foglietti quadrati
sul tavolo di legno
stella, bandiera..
disegno $ sul retro di fatture rosa
seduto sulle piastrelle all?ombra dei vestiti appesi
rafforzata d?una giornata piovosa
ma non fredda
kansas city ay ay ay..
il sacco per la fuga
- l?avventura sempre sognata
picaresca non la sapevi allora -
dentro forchetta e bicchiere duralex
tovagliolo quadrettato
vecchi oggetti
già mitizzati
che non saprai salvare
come la dedica di maniacco
sul colibrì dei dinosauri
e quelle vaghe immagini
di candide nubi notturne
illuminate dalla luna
costellazioni d?un tempo indefinito
tu le popolavi
di astrolabi e di sestanti
ma le intuivi parte
d?un ignoto spazio
ch?era di tua madre
e dei grandi mobili curvilinei
- già antiquati ma non antiquariabili -
e di quella parte più remota di famiglia
che conduceva alla vetrina delle bestie impagliate
là dietro ai tavolini illuminati dal neon
nell?infinita notte estiva
frinire di grilli
e poche auto sulla strada, allora
il viso fragile, malato di L.
(che istintivamente - crudelmente
detestavi)
insomma
di quella decadenza quasi borghese
che l?innesto di sangue contadino
del tuo padre marcantonio
arrestare seppe
con vigore
sufficiente almeno
ad un?altra mandata
il rosso-sangue di quel lacerto di seta
ti innescò uno spasmo d?emicrania
nella camera degli specchi paralleli
e delle spazzole dove ti osservavi
quei riccioli spontanei
che allora sforbiciavi
perché effemminanti
mistero d?un secondo
ma l?avevi eletto tuo colore
quel rosso sangue
nonostante l?impressione
di preferire forse
sottosotto
lo squillo più gaio di quel giallo
fruit flavors
che però s?era già preso
tuo fratello
mi è sempre più chiaro
- almeno come metodo -
mi permette di annotare
con grande economia
fin già dentro alla memoria
e di frugarla
tralasciando le punte varie
delle freccie
e gran parte delle aste
pure
viene dunque steso, in parole povere
un reticolo tautologico incompleto
che non ambisce a diventar concetto
di macchinosi agganci
ma
paradossalmente
di più
restare vivo
e com?è possibile di più dal meno?
mhm, dalla parte dell?autore i vuoti li colma
con voluttuosa capillarità, la memoria
dalla parte del lettore
affamata, l?immaginazione
projecting..
penso che c?è un gioco assai fine
dietro a questo malinteso
di due esseri che palpano
- qualche cosa -
attra-verso un?astrazione
e la rimpolpano
di cose loro
o dello stesso essere
che giocando con il tempo
si sdoppia in autoerotismi
un po?
meno scontati
non puoi pretendere
di maneggiare sempre
tasselli combacianti
con graziosa precisione
un po? di forzatura
sull?attrito e sullo slabbro
è sempre stata norma
non eccezione
ma tanto
a reggere il mosaico
c?è una colla sottostante
ad essicazione
talmente lenta
da non sembrare tale
certo, è il tempo, che altro?
con quel suo principio attivo
che porta un nome così bello
oblio
dolce voce
che esprimi tutto quanto
- è tutto ancora intero -
la nostra gioia che ribolle
quietamente
come l?acqua della pasta
ed erompe
in piccole risate
e sono anch?io
sul quel sentiero
al piccolo vortice
occorso ieri sera
non ho fornito aria
e si è dissolto
nel sonno così buono
di questa estate
il vigore proviene dalla luce
strano
che non te ne sia accorto
prima
al nostro cerchio
sacro e segreto
ancora più profondo
adesso
suonava enola gay
da quelle giostre antiquate
venute umili a servire
la sagra estiva
d?una frazione solitaria
l?intrico di catene
si rifletteva dentro te
mentre sgomento guatavi
- inadeguato -
le forme in sboccio di marina
lei faceva già, e tutte quante
le cose degli adulti
mentre tu solo fumavi
cercando di mimetizzare
con finta spavalderia
quel tuo minimo locale
dal quale emergerai
con sadica lentezza
maledizione soft
talvolta pensavi
ma, come taglio profondo
nel ventre della castagna
forse ti ha preservato
dallo scoppiare
sul fuoco della vita
rendendoti commestibile
facendoti studiare
ultimo giorno, e poi si ricomincia
non sarà difficile, gli orari del sonno
orientati verso l'alba, io li ho mantenuti
e poi mica scendo giù in miniera, no
però sono pastoie, questo sì
ma la creatività vive dentro i vincoli!
- recita il mito -
rimbalzando fra di essi, pare evolva
più velocemente, mentre invece,
negli spazi aperti, si annulla estatica
senza nulla produrre
sarà anche
ed è vero, in fondo, che voglio produrre
e non soltanto di queste arbitrarietà
ma artefatti sanzionati
da una domanda nella società
homo faber, verum est factum!
l?importante è che al risveglio
in quella nuda fase
di riemersione dall?oblio
invece del cantico del gallo silvestre
Scir detarnegòl bara letzafra
io possa richiamare
- come al toro scatenato si mandano i vitelli,
per calmarlo -
certi pensieri sulla dolcezza della vita
- così forti adesso -
e farmene scudo almeno fino a quando il getto d?acqua
sulla faccia insaponata
non mi riporti alla tempra della veglia
e io risenta il corpo e i muscoli e il carattere
saldarsi in quell?espressione seria
che è più adatta ai basamenti
eternamente da rincalzare
della piramide di Maslow
The economic news has turned decidedly negative globally
and a sense of ? quiet before the storm ? permeates
the financial headlines.