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giovedì, 07 gennaio 2010

Perché, come ci disse Pedro Zamora: - Faremo questa rivoluzione con i soldi dei ricchi. Saranno loro a pagare le armi e le spese di questa rivoluzione che stiamo facendo. E anche se non abbiamo per il momento nessuna bandiera per cui combattere, dobbiamo sbrigarci ad ammucchiare soldi, perché quando arriveranno le truppe del governo vedranno che siamo potenti -. Così ci disse.

E quando alla fine tornarono le truppe si lanciarono ad ammazzarci di nuovo come prima, anche se non con la stessa facilità. Adesso si vedeva lontano un miglio che avevano paura di noi.

Ma anche noi avevamo paura di loro. Bisognava vedere come ce la facevamo addosso, al solo sentire il rumore che facevano le loro bardature, o le zampe dei loro cavalli nel colpire i sassi di qualche strada, dove li stavamo aspettando per tendergli un'imboscata. Nel vederli passare, sentivamo quasi che ci guardavano con la coda dell'occhio, e come se dicessero: - Ormai vi abbiamo fiutati, però facciamo finta di niente.

E sembrava che fosse così, perché all'improvviso si buttavano a terra dietro ai loro cavalli, come se fossero un parapetto, e resistevano lì, mentre altri ci andavano circondando poco a poco, prendendoci come galline nel pollaio. Da allora abbiamo saputo che di questo passo non avremmo durato molto, anche se eravamo in molti.

Il fatto è che ormai non si trattava di quella gente del generale Urbano, che ci avevano buttata contro all'inizio e che si spaventavano solo con grida e cappellate; quegli uomini tirati fuori a forza dai loro ranchos per combatterci, e che si buttavano su di noi solo quando ci vedevano in pochi. Di quelli non ce n'erano più. Poi ne vennero altri; ma questi ultimi erano i peggiori. Adesso c'era un certo Olachea, con gente che teneva duro e pronta a tutto; gente di Los Altos portata da Teocaltiche, mescolate con indios tapehuanes: certi indios con lunghi cappellacci, abituati a non mangiare per molti giorni, e che delle volte ti stavano spiando per delle ore, con l'occhio fisso e senza batter ciglio, aspettando che mettessi fuori la testa per lasciarti andare, dritto dritto, una di quelle lunghe pallottole "30-30", che ti spezzavano la spina dorsale come se si rompesse un ramo marcio.


Da La pianura in fiamme - di Juan Rulfo.

postato da: elio_c alle ore 18:12 | link | commenti (2)
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