Lettere e Commenti
Ho conosciuto Francesco Rinoldi in un bel pomeriggio di Luglio, alcune estati fa. Dire oggi di occhi ardenti, di visi sottili, può sembrare un recupero dei più comuni armamentari tardoromantici; il fatto è che Francesco Rinoldi, in quel bel pomeriggio di Luglio, aveva VERAMENTE gli occhi ardenti e il viso sottile; tuttavia la prima cosa che mi colpì di lui quel giorno furono le mani; piccole, bianche e ben disegnate, attaccate a polsi che davano l'impressione di una tenera fragilità: di nuovo la forza della malattia, la passione.
Anche i modi di Rinoldi mi colpirono; mi colpì che si muovesse con una cautela diretta a non ferire il mondo, le cose del mondo così dolci e brillanti in quel pomeriggio di Luglio. Non ho idea di come andò il nostro discorso, né di quali argomenti parlammo, certo dev'essere durato lo spazio di un normale, imbarazzato approccio tra due persone che non si conoscono e che vorrebbero conoscersi.
"Avremo molte cose da dirci, noi due " mi disse alla fine con una certa impacciata gravità. E così fu.
C'incontrammo sempre più spesso, ci ascoltammo sempre più spesso, e ogni volta Francesco Rinoldi rivelava un'attenzione mobile, concentrata nell'immobilità geometrica del suo viso e nel busto inclinato in avanti. Così ebbi modo di conoscere la sua passione, la sua coscienza di sé e la sua volontà di superamento tutta percorsa, come si dice, da bagliori religiosi.
Oggi godo dell'amicizia di Francesco Rinoldi, pittore da sempre, e se voglio ricordarlo mi viene in mente un suo quadro, non il suo quadro più bello, ma quello che meglio mi evoca i suoi occhi, il suo viso e le sue mani: una vetrata inaccessibile, uno sfondo blu e una figura umana contratta, raggomitolata mille e mille secoli lontano da quella vetrata.
E più di tutto la schiena di quella figura: nervosa e battuta dalla luce. Ardente e concitata. Come certe tempeste di Lucano.
PIERLUIGI CAPPELLO
16-5-1994
Sono uscita da poco da quella stanza, una stanza che ora è tua, per tutto quello che di te ci hai messo dentro, e che tu apri agli altri: a quelli che, come me, sentono la voglia di "venire a vedere". Ti scrivo questo foglio per parlarti di "senza titolo": Voglio dirti alcune cose che mi sono venute in mente, voglio parlarti di emozioni e sensazioni che su quel freddo registro non ho potuto e non sono riuscita a scrivere. Infatti quello che ti ho scritto non è comprensibile: ho visto che tu non hai capito. Abbiamo parlato di ideologia ma era una parola sbagliata, non esprimeva certo il pensiero che c'era dietro. Il tuo quadro non è "bello", non è "strano", non è & tutte quelle parole che di solito ti salgono alla bocca quando parli di un quadro. Per me è semplicemente illimitato. Non lo puoi descrivere perché è tutto quello che di malinconico e di pessimista e di reale c'è nel mondo. Probabilmente aveva ragione anche chi ti ha detto che in "senza titolo" c'è la speranza.
Non so come tu abbia fatto un quadro del genere, che cosa ti passava per la testa quando l'hai dipinto, non credo riuscirei a farlo nemmeno se ti conoscessi bene, sono sicura però che esprime quello che tu senti che sia questa nostra vita, la gente che vediamo, le "teste" con cui parliamo, un albero che muore o un fiore che nasce: e visto che di quello che io credo tu pensi è assurdo parlare, ti racconterò una piccola parte di me (o grande), ti dirò perché secondo me "senza titolo" l'ho chiamato, o meglio ha suscitato in me, l'idea della morte dell'anima.
Quella che è la peggiore delle morti, la morte di te anche se il tuo corpo vive ancora. Potrebbe essere la storia di "quello che è morto e non se n'è accorto", ma non è così perché "senza titolo" se n'è accorto benissimo. Per questo soffre, ma se soffre vuol dire che ancora non è morto, che può ancora tornare a camminare assieme al suo corpo per tutte le vie e per tutte le piazze, con la coscienza di non essere più solo un involucro. La maniera con cui molti (e forse purtroppo anch'io) gettano via la propria anima per correre dietro a quello che non c'è, all'illusione che sta dietro la facciata sporca ed appannata di due vetri nebbiosi d'inverno, o a quella che rincorre un caldo brillante e luminoso sole: è questo che mi ha fermato davanti a "senza titolo"; lo schiaffo morale che può dare a coloro che lo vedono non solo con gli occhi. Ho visto diverse persone passargli davanti nel poco tempo che sono stata lì, ma certamente nessuna di loro l'ha visto. Forse però è presunzione, perché può darsi che altri abbiano visto in altri quadri ciò che io ho visto in lui. Però non ci credo molto&
Quello che cerco di capire è che cos'è che certe volte mi fa capire che la mia anima sta morendo: è allora che riesco a respirare, a prendere una boccata d'aria che fa sì che io riviva, che mi dà nuova forza. E'solo un fatto di avere o meno coscienza di te stessa. Non credo che morirò mai dentro fino a quando mi accorgerò di farlo perché, come ti ho detto, tutte le volte che questo accade è come se qualcosa mi scuotesse e mi girasse verso il mio sbaglio, in modo tale che io riesca ad affrontarlo: è questo che io chiamo respirare, è questo che volevo dire quando ho parlato di ideologia. Non qualcosa di astratto, di ideale, di utopistico, ma quel qualcosa che ti fa sentire viva e con tanta voglia di fare: Fare che? Fare quello in cui credi, fare quello che per te è giusto, fare quello che ti permette di essere e di esistere come persona. Non ho paura della morte (tu ci hai mai pensato?) però vorrei vivere abbastanza per poter guardare tante e tante volte in me stessa, per capire fino in fondo chi è quella persona che mi guarda nello specchio ogni mattina & non so se oramai "senza titolo" riuscirà a farlo perché mi fa paura vedere come si è piegato su se stesso, come sta nudo sotto quell'immensa volta vuota.
Credo tu abbia capito tante cose anche se alcune magari sono solo inconsce: Non lo so perché ti ho scritto di "senza titolo" e di tutto quello che ha "rimosso" in me, probabilmente perché è una di quelle cose che "senti" di fare così, senza un motivo apparente. Mi piacerebbe che tu non prendessi alla lettera tutto ciò che ti ho scritto, anche perché le parole tante cose non le dicono, ma che tu riesca a leggere fra le righe e che ti senta orgoglioso (perché no?) di te stesso perché con quello che le tue mani fanno riesci a far pensare e parlare quelli che come me ogni tanto si cercano e non sempre si trovano.Credo che ritornerò a vedere "senza titolo" e a parlare con lui quel muto linguaggio che si crea fra una tela provvista di anima e una persona che stringe i denti per non perdere la sua. Spero tu non prenderai questo foglio come un inno alla tristezza ma, come ti ho detto, leggi fra le righe, ci vedrai la "lotta" o perlomeno l'intenzione di fare in modo che tutto non sia inutile, che la sveglia non suoni solo la mattina.
Daniela
Caro Francesco,
ti ringrazio per la tua lettera e per la fotografia del tuo (ultimo?) quadro. Mi ha colpito molto.Waltraud ed io siamo rimasti impressionati. Ci sembra davvero un capolavoro.Vogliamo attaccare la fotografia in un luogo adatto. I visi dei tuoi genitori (immagino che la donna in nero sia tua madre) hanno una espressione profondamente commovente. Hai col (pi) to qualcosa di molto profondo, che per questo diventa comune. Sai, Francesco, ho la sensazione che si possa raggiungere il comune (nel senso del "non solamente individuale" ) in due vie totalmente diverse: andando nella ASTRAZIONE (da ogni particolarità = via del pensiero,della scienza,"cum grano salis", della filosofia - ci sono sempre anche filosofi che &(indagano ?) ..nella profondità e nel pensiero - e andando nella PROFONDITA' .Questa seconda via (da te usata.n.d.r.) entra nella particolarità, il sentimento, la nostalgia, il timore, ecc, ed entrando in, e approfondendo questi sentimenti, trova qualcosa di universale, senza allontanarsi dal particolare. Sono pensieri abbastanza spontanei che derivano da quello che il tuo capolavoro mi ha fatto sentire. Un abbraccio
Dieter
Caro Francesco
Grazie al computer di mio nipote,ho visitato il tuo sito in "Donne incarnia". Trovo i tuoi quadri sempre più interessanti e la conferma di quello che pensavo molti anni fa. Non sono un critico,ma se dovessi sintetizzare quello che sento,direi che le trasparenze, i toni blu e verdi dei tuoi lavori, sono il filtro attraverso cui guardi lontano per fissare una realtà bella e dolorosa,vissuta con inquietudine. Guardo i tuoi quadri e ho quasi la sensazione che si possano frantumare:sembrano riparati solo da quelle fragilissime trasparenze.Ornella,mia moglie, che si rifiuta di guardare le sofferenze (le evita nelle letture e guardando la TV), ha detto che si sente aggredita dal quadro "Il peccatore pentito". Un saluto
Giorgio
Carissimo Francesco
ti scrivo sotto l'impressione che ha lasciato in me la vista delle foto dei tuoi quadri.Solo ieri Maria Gioia mi ha dato l'album, e così ho potuto guardare ciò che hai dipinto. Belli!! Veramente belli. Io non sono un esperto e mi lascio piuttosto guidare dall'impressione estetica ed emotiva. Penso anche di saper distinguere chi ha mano da chi non ce l'ha. In te c'è molta stoffa. Qui si vede che sei ancora alla ricerca di un tuo stile ma che hai già molte cose da dire e sei padrone di vari modi interpretativi.Quando vedo una cosa che mi piace non posso fare a meno di desiderare di averla. Eccomi dunque a chiederti se vendi i tuoi quadri. In tal caso, se li possiedi ancora, sarei disposta ad acquistarne tre. Purtroppo lo spazio alle mie pareti non mi concede di essere troppo avida. Sappimi dire qualcosa in merito alle possibilità di acquisto ed al prezzo. A presto dunque anche per una discussione con l'artista sulle sue opere. Saluta tutti , ed in modo particolare tua madre! Con affetto
Maria Giovanna
Caro Francesco,
non volermene se ho atteso alcuni giorni prima di inviarti questa mia lettera. Le ragioni sono molte e diverse ma non voglio tediarti esponendotele tutte. Ora sono qui con te e ti ringrazio e ti abbraccio con affettuoso cuore materno per il bellissimo quadro che, adesso, è finalmente mio. Ti ringrazio per la delicatezza del tuo pensiero nell'inviarmi quel soggetto. Ti ringrazio per la forza e la tenerezza che il tuo dipinto sprigiona. Mi congratulo per la tecnica nella realizzazione (quei capelli graffiati quasi,così salvati all'età,quell'accenno di sorriso nelle labbra appena visibili e stanche) e la compostezza raggiunta che fa guardare i toni scuri delle tinte con tranquilla serena ammirazione. Francesco caro, io ti ricordo, quasi sempre, come il bambino che sul pianoforte a Tolmezzo, con ditini lunghi e nervosi, continuava per ore a cercare suoni! Hai trovato forme, colori, espressioni. Ti auguro e mi auguro che in avvenire tu possa comporre con questi elementi una sinfonia pittorica, una creazione che duri per te e per tutti, nel tempo che verrà. Affettuosamente
Marcellina
Villa Santina,30-5-98
Carissimo Francesco,
sono spiacente di non poter presenziare all'apertura della tua interessante mostra artistica.Altri impegni scolastici,precedentemente assunti,me lo impediscono ma uno dei prossimi giorni sicuramente passerò ad ammirare i tuoi capolavori:lo so che sei molto bravo.
Al momento ti saluto e ti auguro il successo e l'entusiasmo che meriti.
Spero di poterti incontrare presto!
Mandi
Maria Cristina
Tolmezzo,21-8-1992
Carissimo Francesco,
non ho parole per ringraziarti del tuo inaspettato e bellissimo pensiero.
Sono io ad essere in debito con te,anche per i pubblici ringraziamenti in occasione dell'inaugurazione.
Ho oggi visitato la mostra;i complimenti sono superflui.
Ho appreso con piacere immenso che hai avuto un successo strepitoso e che gli stessi dipendenti del Caffè XY hanno dichiarato la tua essere la mostra migliore finora lì organizzata.
Io sono molto felice per te,caro Francesco.Perché ho sempre apprezzato i tuoi quadri,fin da quando li vidi per la prima volta all'albergo YYX.E sono felice di aver potuto,per quanto consentitomi dai miei compiti,far organizzare quest'ultima tua esposizione,che di cuore ti auguro essere la prima di una serie di riconoscimenti che ti sono dovuti perché ritengo che tu sia un vero artista.Mi conosci e sai che dico ciò che penso ed in cui credo.E ciò ch'io credo è che sono le persone come te che devono avere il dovuto e giusto riconoscimento:artista carnico che deve essere riconosciuto in Carnia,che,anche se "amara" è,per noi che l'amiamo,meravigliosa e fonte delle nostre "ispirazioni".Un giorno ti farò leggere alcuni miei scritti e avrò piacere di conoscere un tuo pensiero in merito.Con stima ed affetto.Ti abbraccio e grazie.
Barbara
Caro Francesco
Sei un bravo pittore,mi piace molto in questo momento il colore blu;bello "Ritorno in Carnia" con tutta l'acqua in movimento, "I nevrastenici" e più di tutti "La stazione di Tolmezzo".Queste le opere che più mi hanno fatto piacere.
Oscar-5 giugno 1998-Mostra Invillino
Confermo la stima che ho per te!
Stefano- 19-12-1998 (mostra Piano d'Arta)
Di difficile comprensione.
Mino,Anna ,Elena-20 12 1998 (mostra Piano)
Complimenti per il quadro "Ragazzo in chiaroscuro"!In bocca al lupo.
Wanda,Luca e Roberto- 20-12-1998-Mostra Piano d'Arta
Bell'autoritratto!!
Antonella-22-12-98-Mostra Piano
Esiste un cielo immenso in cui perdersi,però preferisco perdermi in un cuore immenso.
Osvaldo- 27 -12-98-Mostra Piano
Abbandona il classico e lasciati andare in "CAFFE' VIENNESE","GITA A POLA","UOMO IN UN BAR ","LA FUMATRICE ","RAGAZZO IN CHIAROSCURO".Complimenti!Vania
(27 -12-1998-mostra Piano d'Arta)
sei davvero bravo!!Marinella
27-12-98-Mostra Piano
Sei stato per noi una piacevole conferma- Felicitazioni e tanti auguri affettuosi per l'antica amicizia.
Silvana,Giovanni e Flavio
28-12-98-Mostra Piano d'Arta
Bravo Francesco.La tua sensibilità mi commuove sempre.Sai cogliere l'anima dell'uomo e della natura e trasmetterla a chi è in sintonia con la tua musicalità più profonda e segreta.Continua.Ricordi il famoso "Gruppo di famiglia " di vent'anni fa?Mi aveva colpito e non l'ho più dimenticato.Ti abbraccio-Maria Luigia
(Mostra" Manzoni",23 luglio 2001-Tolmezzo)
Non sei autentico!
Anonimo-29-7-2001-Mostra Manzoni
Caro Francesco,sono passata per incontrarti e parlare con te ,ammirando i tuoi bellissimi lavori.Uno più bello dell'altro.Non ti ho trovato ma ci sentiremo più tardi.
Sei bravissimo e la tua mostra è bellissima.Sono molto contenta di essere tua amica.Un bacio.
Adria
30-7-2001-Mostra Manzoni-Tolmezzo
Mi associo-Igor- " " " " " " "
Non si dipinge sui quadratini!Non si usa nemmeno alle medie!
Uno studente
2-8-2001-Mostra Manzoni
Ma insomma,Frank!Proprio sui quadretti!
Ottimo "A mangiare la pizza".
Una tua compagna di classe:Paola
(2-8-2001-Mostra Manzoni)
Bellissimi ritratti.Auguri.
Gaetano
9 agosto 2001-Manzoni
Perché il quadro "A mangiare la pizza " è dipinto su un cartone di pizza per asporto?Troppo costosa la tela?
Anonimo,10 agosto 2001-Mostra Manzoni
SEI IL MIO PITTORE PREFERITO!
Eva
12 agosto 2001-Manzoni
Ho vomitato di gusto!V.Sgarbi
(probabile scherzo di un amico;mostra caffè "Manzoni",Tolmezzo- 14-8-2001)
Complimenti!non ti manca lo stile.
"Rigolato sotto la neve " è bellissimo!
Ivan,mostra Manzoni-19 agosto 2001
Belle anche le ultime cose-Mino
(Mostra "Pillinini",ottobre 2002)
Complimenti!Il blu è il tuo/mio colore.
(Ireos,7-10-2002-Mostra libreria "Pillinini"-Tolmezzo)
Non sono potuta passare all'inaugurazione,ma la tua pittura mi affascina sempre.
Morena-15-10-2002-Mostra libreria "Pillinini".
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