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Sotto il segno di Internet

Potrebbe sembrare che Internet non abbia poi avuto questo grande impatto sulle nostre vite, che sembrano essere state toccate in modo ben più appariscente dai telefonini. Tuttavia mentre questi ultimi mettono in un continuo (e forse eccessivo) contatto persone che già si conoscono, l'ampliamento offerto da Internet può essere considerato, almeno per certi campi, un fattore decisivo.

Nel nostro caso, pur vivendo a non troppi chilometri di distanza l'uno dall'altro, i percorsi dei tre artisti non si sarebbero probabilmente mai incrociati, un po' per le differenze di età, non enormi ma tuttavia sufficienti a creare delle dimensioni di vita parallele, ed ancora di più perché, almeno per alcuni di essi, senza gli stimoli e le talvolta false lusinghe di Internet, la pulsione artistica si sarebbe probabilmente mantenuta nel tranquillizzante recinto del privato più assoluto.

Nel caso della pittura, o più in generale delle arti visive "statiche", c'è sicuramente il grande vantaggio che le opere possono venire "mappate" su di un sito web in maniera economica ma sufficientemente efficace da consentire al visitatore un primo giudizio.

Inoltre l'accesso ad un sito web è anonimo e non rimane alcuna traccia delle scoraggianti figure che entrano in una esposizione, dedicano uno sguardo di due o tre secondi a ciascuna opera e frettolosamente escono, ricordandosi all'improvviso di chissà quali urgenze.

Rimane invece traccia di quella piccola minoranza, preziosa per ogni artista, che entra in una tale risonanza con le sue opere da spingere ad un contatto ulteriore, reso da Internet facile e normale attraverso il meccanismo dell'e-mail.

Meccanismo questo, assai meno invasivo del contatto diretto o della telefonata: esso consente a ciascun interlocutore i tempi di riflessione che più gli sono consoni ed attutisce persino la spiacevole eventualità di un'impossibilità del dialogo: una mancata risposta può essere in fondo attribuita a mille cose (guasti a vari livelli, impegni pressanti, innocente disattenzione) tutte comunque migliori di un esplicito, anche se edulcorato, "non ho tempo per queste cose..".

Nel caso di personalità almeno per certi versi ipersensibili e magari introverse, quali spesso sono gli artisti, questa possibilità di "scrematura" e preparazione si rivela particolarmente preziosa. In questo modo i conseguenti contatti diretti ben difficilmente si rivelano deludenti.

Il passo successivo è rappresentato dall'aggregazione in gruppi artistici, spesso di carattere internazionale (quasi la regola, in Internet) che intraprendono la strada di un dialogo allargato e persino della collaborazione concreta. Una strada per nulla agevole se consideriamo da una parte la complessità e contraddittorietà del mondo artistico nei suoi vari livelli e manifestazioni, un mondo per nulla scevro di tensioni e frustrazioni, ma anche una strada dalle incredibili potenzialità, che apre all'artista una prospettiva, prima di tutto "spirituale", incomparabile con una realtà precedente fatta esclusivamente di contatti "fisici" e quindi, in buona sostanza, di chiusura ed esclusione.

Uscire dall'isolamento non significa certo per un artista fare un terno al lotto, cominciare a vendere le sue opere a quelle quotazioni favolose che sono necessariamente riservate a pochi nomi (stabiliti da una strutturazione di poteri che rimane, anche con Internet, sostanzialmente impermeabile) ma significa invece godere degli stessi stimoli qualitativi prima riservati, per limiti affatto "fisici", a circoli ristretti.

Un allargamento quindi della base artistica che potrebbe anche spaventare qualche interesse costituito, magari far gridare all'inflazione ed al degrado qualitativo, quando invece si tratta, in tutta evidenza, della semplice liberazione di nuove forze.

Una liberazione che può dare a questa mitica "qualità" (se vogliamo dare credito a questa sfuggente categoria che forse ricapitola l'avvenuto dissolvimento di ogni criterio di valutazione autenticamente intersoggettivo) semplicemente maggiori possibilità di manifestarsi.

E chissà che con la rottura del nodo mediatico, che in qualche modo Internet rende possibile, la pittura non riesca alla fine ad evadere dalle nicchie elitarie nelle quali si è andata disgraziatamente a confinare.

EC