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elio_c in Lo studente Doko and...
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Ê
Nell'edera buia sedevo, alla porta
Della foresta, proprio quando il meriggio d'oro
Per visitare il fonte scendeva
Le scale dell'Alpe..
La scienza si serve del termine "l'inconscio", e con questo ammette di non saperne niente, poichŽ non pu conoscere nulla della sostanza dell'anima, in quanto l'anima appunto l'unico mezzo di conoscenza. Perci la validit di questi termini, come mana, demone, Dio, non pu essere convalidata nŽ confutata. Possiamo comunque stabilire che il senso di estraneit connesso con l'esperienza di qualcosa di oggettivo, effettivamente autentico. Noi sappiamo che l'ignoto, l'estraneo, che viene a noi; cos come sappiamo che non siamo noi che facciamo un sogno, una trovata, che in qualche modo sorge spontaneamente. Quel che ci capita pertanto pu dirsi un effetto che proceda da un mana, da un demone, da Dio, o dall'inconscio. Le prime tre denominazioni hanno il pregio di comprendere e di evocare la qualit emotiva del numen, mentre l'ultima - l'inconscio - banale e perci pi vicina alla realt. Quest'ultimo concetto include l'idea dello sperimentabile, e cio la realt quotidiana, cos come ci nota e accessibile. L'inconscio un concetto troppo neutro e razionale perchŽ, praticamente, possa aiutare l'immaginazione. Il termine, dopo tutto, fu coniato per scopi scientifici, ed molto pi adatto a una considerazione spassionata, priva di pretese metafisiche, di quanto non lo siano concetti trascendenti, che sono contestabili, e pertanto capaci di indurre a un sicuro fanatismo. Preferisco pertanto il termine "inconscio", sapendo che potrei ugualmente bene parlare di "Dio" o di un "demone", se volessi esprimermi in linguaggio mitico. Quando adopero tale linguaggio mitico so bene che "mana", "demone" e "Dio" sono sinonimi dell'inconscio, perchŽ dei primi sappiamo altrettanto o altrettanto poco dell'ultimo. Si crede soltanto di saperne molto di pi, e per certi scopi tale fede molto pi utile ed efficace di un concetto scientifico. Il grande vantaggio dei concetti di "demone" e "Dio" sta nel fatto di rendere possibile una migliore obiettivazione dell'opposto, e cio di consentirne una personificazione. La loro qualit emozionale conferisce loro vita ed efficacia. Odio e amore, paura e riverenza entrano in scena e drammatizzano in sommo grado il dialogo. Cos ci che semplicemente "esposizione" diventa "azione". Tutto l'uomo impegnato ed entra in campo con tutta la sua realt. Solo allora pu diventare completo, e solo allora pu "nascere Dio", e cio entrare nella realt umana e unirsi all'uomo in figura di "uomo".
[da C.G.Jung - ultimi pensieri]
l'officina di darwin
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[..] Fin qui, in ordine cronologico, il dibattuto e curiale sviluppo dell'eternit. Uomini remoti, uomini barbuti e mitrati la concepirono, pubblicamente per confondere eresie e per difendere la distinzione delle tre persone in una, segretamente per ristagnare in qualche modo il corso delle ore. "Vivere perdere tempo: non possiamo ricuperare o conservare nulla se non sotto forma di eternit", leggo nello spagnolo emersonizzato Jorge Santayana. A cui basta sovrapporre quel terribile passo di Lucrezio, sulla fallacia del coito [..] Gli archetipi e l'eternit - due parole - promettono dei possessi pi fermi. La verit che la successione una intollerabile miseria e che gli appetiti magnanimi bramano tutti i minuti del tempo e tutta la variet dello spazio.
Si sa che l'identit personale risiede nella memoria, e che la scomparsa di quella facolt comporta l'idiozia. Si pu pensare lo stesso dell'universo. Senza una eternit, senza uno specchio delicato e segreto di ci che passato per le anime, la storia universale tempo perduto, e con essa la nostra storia personale - il che scomodamente fa di noi altrettanti fantasmi. Non basta il disco del fonografo di Berliner, nŽ il perspicuo cinematografo, semplici immagini di immagini, idoli di altri idoli. L'eternit una pi abbondante invenzione. Vero che non concepibile, ma nemmeno concepibile l'umile tempo successivo. Negare l'eternit, supporre la vasta annichilazione degli anni carichi di citt, di fiumi e di allegria, non meno incredibile che immaginare il suo totale riscatto.
[da J.L.Borges - Storia dell'eternit]
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Postato da: elio_c a 12:05 | link | commenti (13)
ut bibere in somnis sitiens quom quaerit et umor non datur, ardorem qui membris stinguere possit, sed laticum simulacra petit frustraque laborat in medioque sitit torrenti flumine potans, sic in amore Venus simulacris ludit amantis, nec satiare queunt spectando corpora coram nec manibus quicquam teneris abradere membris possunt errantes incerti corpore toto. denique cum membris conlatis flore fruuntur aetatis, iam cum praesagit gaudia corpus atque in eost Venus ut muliebria conserat arva, adfigunt avide corpus iunguntque salivas oris et inspirant pressantes dentibus ora, ne quiquam, quoniam nihil inde abradere possunt nec penetrare et abire in corpus corpore toto